Cos’è il “binge eating disorder” e come combatterlo
Chi soffre di Binge Eating Disorder (BED) si trova all’interno di un circolo vizioso in cui ricorre a mangiare per sentirsi meglio, sentendosi peggio, per poi ributtarsi sul cibo per risollevarsi. I soggetti affetti da BED vengono erroneamente confusi con le persone BULIMICHE.
La differenza sostanziale sta nel fatto che, mentre nella bulimia nervosa, le abbuffate sono precedute e seguite da comportamenti dietetici restrittivi, nel Binge Eating Disorder non si assiste a una riduzione dell’introito calorico al di fuori delle abbuffate. Solitamente questi soggetti hanno una storia clinica caratterizzata da un alto numero di diete e vari fattori di rischio come: le difficili esperienze di vita infantile, la presenza di disturbi depressivi nei genitori, la tendenza all’obesità e la ripetuta esposizione a commenti negativi riguardo la forma, il peso e la modalità di alimentazione.
Sembra che il disturbo possa essere, quindi, concettualizzato come una “sindrome di discontrollo” (Freeman e Gil, 2004) generale nei confronti dell’alimentazione con associata una psicopatologia specifica dei disturbi dell’alimentazione in individui che sono vulnerabili all’obesità e/o alla depressione.
La maggior parte dei soggetti con Binge Eating Disorder è sovrappeso o obeso ed esiste una forte associazione tra il disturbo e l’obesità. L’obesità, a sua volta, provoca numerose complicazioni mediche.
Le persone con BED provano inoltre imbarazzo e vergogna per le proprie abitudini alimentari, allora spesso provano a nascondere i loro sintomi e a mangiare in segreto.
Tra i principali sintomi comportamentali troviamo:
- Incapacità di smettere di mangiare o controllare cosa si sta mangiando
- Mangiare rapidamente grandi quantità di cibo
- Mangiare anche quando si è pieni
- Nascondere il cibo per mangiarlo successivamente in segreto
- Mangiare normalmente con gli altri, ma rimpinzarsi quando si è da soli
- Mangiare continuamente durante il giorno, senza pasti programmati
Tra i principali sintomi emozionali:
- Sensazione di tensione sostituita solamente dal mangiare
- Imbarazzo su quanto si sta mangiando
- Sensazione di intorpidimento durante l’abbuffata – come se non si esistesse o si fosse in “pilota automatico”
- Non sentirsi mai soddisfatti, a prescindere da quanto si mangia
- Sentirsi colpevoli, disgustati o depressi dopo l’abbuffata
- Disperazione per il controllo del peso e le abitudini alimentari
Come per tutti i Disturbi del Comportamento Alimentare è indispensabile una Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, che lavori sia sull’ aspetto prettamente pratico e comportamentale, che sul cognitivo, questi pazienti hanno difficoltà a gestire le emozioni quindi un lavoro su queste è strettamente necessario.
In contemporanea è necessario anche un intervento nutrizionale e medico. Inoltre è giusto ricordare che lo sport può aiutare moltissimo a riacquistare consapevolezza di se stessi e del proprio corpo e quindi essere un aiuto in più nel risolvere queste situazioni.